#TuttiConGliZainetti al MIUR – sab 25/06 ore 11:30

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Cari amici,
vi invitiamo a partecipare numerosi, sabato 25 Giugno alle ore 11.30  davanti al Ministero della Pubblica Istruzione a Roma – in qualità di genitori e semplici cittadini – a sostegno del sit-in nel quale, insieme a Massimo Gandolfini, a molte altre associazioni  e con la presenza simbolica di  famiglie e bambini con i loro zainetti di scuola, presenteremo il Manifesto per la Libertà di Educazione promosso dal Comitato Difendiamo i Nostri Figli, per affermare il fondamentale valore della libertà di educazione: diritto inviolabile dei genitori, riconosciuto dalla nostra Costituzione e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

Attraverso questo Manifesto si vuole sensibilizzare riguardo al delicato e urgente tema delle linee guida per l’attuazione del comma 16 della legge “Buona Scuola” e chiedere ufficiali garanzie a riguardo.

C’è concreta preoccupazione in merito all’impostazione e al contenuto di questo documento ufficiale che, elaborato da un apposito tavolo tecnico del MIUR, verrà pubblicato a brevissimo, ed indicherà i criteri definitivi per l’attuazione, all’interno del sistema scolastico italiano,  del comma che introduce l’”educazione di genere” già a partire dal prossimo anno.

E l’“educazione di genere” porta con sé numerose ambiguità e aspetti critici, sia in termini di teoria che di prassi per l’ educazione scolastica  di bambini e ragazzi: tante segnalazioni purtroppo ci testimoniano da mesi come i concetti stessi di “genere”, “stereotipi”, “discriminazione” e “prevenzione dalla violenza” possono fungere da cavallo di Troia per far entrare il gender nelle scuole in Italia come già accaduto in altre nazioni, trasformando quella che a tutti gli effetti dovrebbe costituire una sfida educativa da condividere tutti in un terreno di scontro e di divisione, tra scuola e famiglia, tra dirigenti scolastici, insegnanti e genitori oltre che una infondata e  pericolosa forma di indottrinamento per gli allievi.

Tutto questo rende necessario chiedere con forza al Ministero un pronunciamento incontrovertibile sul modo in cui l’educazione di genere verrà introdotta nelle scuole, sulla base delle linee guida in fase di emanazione. Siamo tutti concordi sull’importanza che la scuola riveste nell’educare contro la violenza e verso le donne e verso tutti, contro qualsiasi forma di discriminazione, ma chiediamo garanzie sul fatto che il documento emanato dal Ministero presenti un linguaggio chiaro e non strumentalizzabile: il concetto di “genere” non può essere lasciato ad interpretazioni ambigue, con il rischio di legittimare la diffusione dell’indifferentismo sessuale nella scuola pubblica. Va sottolineato infatti che già da tempo interpretazioni di questo tipo hanno avuto modo di entrare sotto traccia in moltissimi progetti a scuola (in quanto proposte di soggetti esterni o di singoli docenti), per cui ora è fondamentale che le disposizioni del MIUR risultino inequivocabili, senza lasciare spazio neppure a possibili letture favorevoli di presunti avalli formali.

Già in sede di approvazione della legge “Buona Scuola”, l’emendamento che introdusse il comma 16 (con i riferimenti all’educazione di genere) suscitò un acceso dibattito, bloccato con il voto di fiducia imposto proprio per stoppare le polemiche intorno ad un tema su cui in Parlamento non vi era unanimità di vedute. Naturalmente chi era contrario all’introduzione dell’educazione di genere non lo faceva per connivenza nei confronti del bullismo omofobico o del femminicidio, ma perché, in un clima auspicabilmente democratico, intendeva individuare altre modalità per contrastare questi fenomeni, che non fossero quelle che poi si sono dimostrate essere nella scuola, cercando quindi di scongiurare indottrinamenti in senso pansessualista, di evitare la diffusione di sussidi didattici indesiderati (link), di preservare i ragazzi da confusive “lezioni” sull’identità e sull’orientamento sessuale (link youtube).

Anche noi siamo per “l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni” sulle persone (come non esserlo?), ma siamo al contempo difensori del pluralismo culturale ed educativo, che si salvaguarda rispettando il diritto inviolabile del genitore di educare i figli in coerenza con le proprie convinzioni educative e religiose, nel rispetto delle leggi e della libertà di coscienza per tutti.

Per questo motivo un punto cardine del Manifesto per la Libertà di Educazione che sottoscriviamo e presenteremo  in questa occasione l’ufficializzazione della richiesta del “Consenso Informato Preventivo” ai genitori – con possibilità di  esonero  e di  attività alternativa  –  in modo che essi possano dare o meno il loro assenso alla partecipazione dei figli a tutti i progetti su temi educativi sensibili e controversi per le famiglie, in primis quelli di educazione affettiva/sessuale o collegabili al comma 16: non si tratta di porre il veto sulle scelte di altri, ma che sia riconosciuta la facoltà di scelta di tutti i genitori!

Nei mesi scorsi, anche insieme al comitato DNF con cui abbiamo collaborato strettamente sul tema della scuola e della libertà di educazione, abbiamo chiesto al Miur un chiarimento sulla prassi del consenso informato, anche attraverso canali formali, avendo ricevuto e verificato diverse segnalazioni di genitori che hanno visto questo loro diritto non riconosciuto dalla scuola: si tratta di uno dei nodi cruciali della questione per cui, pur in presenza di una circolare di Luglio 2015 (clicca qui per il pdf) in cui il Ministero conferma la prassi del consenso informato e di una risposta positiva data dal Ministro Giannini in un Question Time alla Camera il 28 ottobre scorso (nell’immagine l’estratto), restiamo in attesa di  una conferma definitiva dal Miur, con un chiarimento sui progetti che possano essere ritenuti facoltativi e sui quali le scuole dovranno concedere l’esonero a chi non vorrà partecipare.

Proprio in questi giorni si è conclusa in Friuli la prima raccolta firme per la Libertà di Educazione (circa 3000 quelle raccolte in un solo mese tramite passaparola (comunicato stampa), con cui il comitato Articolo 26 insieme a “Associazione Nazionale Famiglie Numerose” e “Comitato Genitori Pordenone Vogliamo Educare i Nostri Figli” ha richiesto al Miur un pronunciamento, dato che molte scuole del Friuli Venezia Giulia non hanno accolto le richieste di consenso informato in osservanza di una disposizione del dirigente dell’ufficio scolastico regionale che recita: “Per quanto invece riguarda le attività realizzate in orario curricolare, alla scuola compete il diritto-dovere di svolgere la propria funzione istituzionale, nell’ambito della legge, adottando scelte di programmi e di metodi didattici, anche se questi non siano corrispondenti alle convinzioni dei genitori. Consentire ai dirigenti scolastici di reputare facoltativi solo i progetti svolti in orario extrascolastico significa non garantire la libertà educativa: ecco perché i genitori reclamano a ragione il diritto fondamentale alla informazione trasparente, alla possibilità di scelta e alla richiesta di esonero sui temi sensibili controversi.

Questo richiediamo che sia formalizzato subito dal Ministero, come ragionevole tutela da derive ideologiche e garanzia di libertà nella scuola pubblica.

E per questo sabato prossimo occorre dimostrare anche davanti al MIUR a Viale Trastevere a Roma, con un impegno quanto più deciso possibile, che siamo convinti che l’alleanza tra scuola e famiglia è il tesoro che dobbiamo difendere con tutte le nostre forze. La corresponsabilità educativa che vede scuola e famiglia veramente alleate e non su fronti opposti, va difesa dai soggetti esterni alla scuola che in maniera subdola vi vogliono introdurre, magari con la connivenza di qualcuno, ideologie contrarie al sentire dei genitori.

Per questo daremo un’ora del nostro tempo, associazioni e famiglie con bambini con i loro zainetti di scuola, per affermare il ruolo fondamentale che i genitori hanno nell’accompagnare i propri figli, anche nel loro percorso nella scuola: una presenza che possa essere simbolica ma “significativa”.

 

Per il bene dei nostri figli, per il bene di tutti, per il bene della libertà!

Tu… ci sarai?

#stopgender #liberidieducare

 

 

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