Scuola pubblica tra statale e paritaria

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Mentre suonano le prime campanelle nelle scuole statali e paritarie del sistema pubblico d’istruzione, si riaccende la finora sterile polemica sul “senza oneri per lo Stato”. Per alcuni tale polemica potrebbe essere venuta a noia; per altri la questione potrebbe non aver nessun interesse.
Per quanto riguarda i genitori: we care!

Come associazione invitiamo tutti ad aggiornarsi sul tema partendo dal dialogo a distanza tra Suor Anna Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche, e Gianna Fracassi, presidente della Flc Cgil, prima donna a ricoprire tale carica. Riportiamo i link in calce.

Chiediamo di condividere, nel duplice senso di comprendere la ragioni e diffonderle, le definizioni sintetiche e, come sempre, chiarissime riportate nell’ultima articolata risposta di Suor Monia. Sono concetti che, seppur recepiti nella legislazione, devono ancora fare breccia nella mentalità dominante.

Noi genitori chiediamo che venga finalmente attuato il dettato costituzionale che prevede agli articoli 30: “E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.” e 31: “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.”

Gli articoli 30 e 31 precedono il 33esimo del famigerato “senza oneri per lo Stato” (che tra l’altro si riferisce alla sola “istituzione” di nuove scuole): senza ironia, discutano gli specialisti le soluzioni giuridiche, tecniche ed economiche del caso. A noi interessa che sia rispettato il dettato costituzionale.

Come genitori non intendiamo abdicare al nostro diritto/dovere di “mantenere, istruire ed educare i figli”. Per farlo è necessario, nelle condizioni attuali, realizzare un vero sistema pubblico d’istruzione, nel quale convivano in sinergia scuole statali autonome e scuole libere paritarie.

Non per una fraintesa competizione mercantilistica (per contendersi i sempre meno iscritti data la crisi demografica), come semplifica una certa idea liberista.
Neppure però accettiamo il perpetuarsi in Italia di una discriminazione economica che di fatto rende pure parole prive di qualsiasi sostanza ogni discorso sul miglioramento del sistema scuola, statale e paritario. Non si tratta semplicemente di “dove” destinare fondi: non si può costruire o migliorare alcunché finché si accetta un sistema fondato sulla discriminazione economica! A noi genitori interessa che sia realmente possibile poter scegliere tra scuole che abbiamo progettualità, professionalità e umanità per sostenere la crescita dei giovani. Che siano statali o paritarie…
We care!

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