Una scuola de-genitorializzata? Considerazioni sulla lettera aperta di Galli della Loggia al Ministro dell’Istruzione Bussetti

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In qualità di associazione di genitori, docenti e specialisti dell’educazione desideriamo dare un contributo in merito alla lettera aperta al neo Ministro dell’Istruzione Bussetti apparsa sul Corriere della Sera a firma del professor Galli della Loggia e contenente una serie di proposte per migliorare il sistema scolastico, di cui condividiamo certamente il fine di restituire autorevolezza e incisività al ruolo educativo della scuola e molti dei punti elencati, ma rispetto alla quale riteniamo necessario puntualizzare in merito a quanto concerne la partecipazione della componente genitoriale nella scuola.

Diciamo da subito che non possiamo essere d’accordo con l’idea di estromettere i genitori dalla vita scolastica, anche se questa traesse origine dal nobile intento di proteggere la scuola e gli insegnanti da una presunta eccessiva ingerenza da parte delle famiglie, che potrebbe avere ripercussioni negative sulla vita scolastica e sull’educazione, fra cui in primis la perdita di autorevolezza dei docenti agli occhi dei ragazzi.

Nella nostra esperienza è proprio il dialogo tra scuola e famiglia, portato avanti con intelligenza nelle sedi e nelle modalità previste dalla normativa vigente, che assicurando il coinvolgimento di famiglie e ragazzi, si riflette in positivo sul ruolo dei docenti e in generale sull’istituzione scolastica.

Possiamo anzi affermare con certo livello di sicurezza acquisito grazie al contatto quotidiano con i genitori, che è proprio l’assenza di coinvolgimento nella scuola che favorisce la diffidenza e la sfiducia delle famiglie verso questa istituzione, così come accade anche ad esempio per la politica.

L’esclusione tout court dei genitori dalle scuole impedirebbe di fatto la possibile collaborazione sinergica tra scuola e famiglia, unica via attraverso cui poter costruire quella che ci piace chiamare ‘alleanza educativa’, strumento necessario per l’attuazione di un progetto educativo condiviso e nella quale ciascuna parte con ruoli e competenze propri può trovare nell’altra sostegno e completamento.

A differenza di altri ambiti come quelli citati nell’articolo, per i quali non sono previste delle rappresentanze, la scuola coinvolge i genitori non in qualità di semplici fruitori di un servizio ma proprio nel ruolo di educatori primari che non a caso è loro attribuito dalla normativa nazionale ed internazionale (art. 26 della Dichiarazione Universale dei DIritti dell’Uomo e art. 30 della Costituzione) dove sono individuati esplicitamente come protagonisti e responsabili dell’educazione dei propri figli. Una responsabilità educativa condivisa con la scuola peraltro formalizzata attraverso lo strumento del Patto Educativo di Corresponsabilità, che le famiglie e la scuola sottoscrivono all’atto dell’iscrizione e con il quale assumono reciprocamente degli impegni, definendo i contorni e le modalità per l’attuazione di tale collaborazione nell’ambito di un progetto educativo condiviso.

Siamo consapevoli che l’esercizio di questa forma di corresponsabilità non sia immediato, e che necessiti di un lavoro quotidiano e più faticoso rispetto alla semplicistica separazione dei ruoli. Sappiamo altresì come un tale approccio esiga una continua riflessione sulle modalità di interazione tra scuola e famiglia nel rispetto dei ruoli e delle libertà di ciascuno. Tuttavia crediamo che questa sia una sfida che valga la pena di affrontare se si desidera rilanciare il Paese fondandolo sul pilastro fondamentale dell’educazione, attraverso un percorso che sappia integrare piuttosto che separare, soprattutto se si desidera rispondere in modo più efficace alle sfide educative del nostro tempo.

 

Riferimenti:
Corriere della sera – Ernesto Galli della Loggia – “Cattedre più alte per tutti i professori” link
Orizzonte scuola – “Come migliorare la scuola”  link

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