PEDOFILIA E PEDOPORNOGRAFIA: COSA POSSIAMO FARE NOI GENITORI?

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di Gualtiero Raimondi Cominesi

E’ di queste settimane la pubblicazione, da parte dell’Associazione Meter Onlus di Don Fortunato di Noto, del Report annuale 2021 pedofilia e pedopornografia.

Per poter solo parzialmente comprendere la drammaticità del fenomeno, definito da Papa Francesco un “omicidio psicologico” in occasione di un incontro tenutosi il 15 maggio 2021 con i rappresentanti di Meter Onlus, sarebbe sufficiente leggere le poche righe di testimonianza di Gloria, 18 anni, vittima di abuso all’età di 12, riportate in calce al Report:

«La battaglia contro la pedofilia deve essere
rovente, infuocata, potente e pregna di un arguto
coraggio ed è per questo che la presenza
dell’Associazione Meter è stata tanto importante
quanto necessaria. Vi ringrazio per aver dato una
possibilità di riscatto a me e a tutte le altre vittime,
per averci ascoltate e comprese, per aver avuto
quella giusta dose di empatia a oggi estranea a
molti. Le rivoluzioni non si fanno in silenzio, ma
insieme e con le voci all’unisono»

La pedofilia e la pedopornografia online sono purtroppo un fenomeno ancora molto diffuso. Rispetto al 2020 i link monitorati da Meter Onlus sono passati da 14.521 a 14.679, al contrario le foto con immagini pedopornografiche sono scese da 3.768.057 a 3.479.052. Stessa tendenza è stata registrata per i video, che sono a loro volta passati da 2.032.556 a 1.029.170. In diminuzione anche le chat segnalate (da 456 a 316) e le cartelle compresse (da 692 a 637). In aumento, al contrario, i casi seguiti dal Centro Ascolto di Meter: 167 contro i 111 del 2020.

Non desideriamo entrare in un’analisi dettagliata del fenomeno (per questo rimandiamo a una attenta lettura del documento pubblicato da Meter Onlus(1)), piuttosto ci sembra importante soffermarci su alcuni aspetti che, in qualità di genitori e di educatori in generale, non possiamo trascurare.

Le richieste di aiuto che sono state rivolte al Centro Meter di ascolto e di sostegno alla genitorialità documentano che l’abuso sessuale nell’infanzia aumenta la possibilità di una psiche disturbata nell’età adulta e rivelano altresì l’importanza del ruolo genitoriale nella prevenzione dell’insorgenza di tali fragilità.

Non esistono genitori perfetti, ma è possibile, con umiltà e coraggio, riappropriarsi del ruolo educativo nei confronti dei figli, offrendo loro la possibilità di crescere e di acquisire il senso profondo della propria esistenza attraverso una relazione significativa.

Vengono alla mente le parole di Ezio Aceti:

“Amare non sta nel fare le cose giuste e perfette, sta nel mettercela tutta. Soprattutto a livello educativo occorre considerare questo fatto: i nostri figli non hanno bisogno di genitori perfetti ma di genitori umani. I genitori umani sono quelli come noi che hanno tanti difetti, tante fragilità, ma che ce la mettono tutta. Il bambino comprende che al di là del comportamento corretto c’è un cuore e una volontà e una intelligenza che sono al suo servizio. Questa è la cosa più bella che possiamo fare: mettercela tutta per metterci a disposizione dei nostri figli e degli altri.”(2)

Meter segnala una particolare emergenza: quella rappresentata dall’abuso da parte di minori su minori, fenomeno prevalentemente diffuso tra maschi, spesso in modalità di autoproduzione e perpetrata in un rapporto uno a uno o di gruppo.

Il Report prende in considerazione anche altri aspetti, dall’utilizzo precoce dei social a quello delle piattaforme del gioco virtuale. I dati si susseguono con ritmo incalzante e quasi senza tregua:

  • 316 gruppi sui social network e sulle app di messaggistica istantanea denunciati da Meter in quanto luoghi di scambio di materiale pedopornografico;
  • 80 i gruppi Telegram e 33 quelli WhatsApp che sono stati denunciati alla Polizia Postale italiana, congiuntamente ad altre Polizie estere e agli stessi gestori dei servizi;
  • 198 le chat a contenuto pedopornografico registrate nel solo 2021 su Facebook e 4 le chat individuate su Twitter dal lavoro di monitoraggio di Meter.

I minori, tramite l’autoproduzione di foto e video, condivise poi all’interno di gruppi privati sui social spesso in cambio di un compenso economico, si ritrovano coinvolti in pratiche sessuali che si consumano non di rado negli ambienti domestici. La fascia di età più a rischio, continua Meter, risulta quella compresa tra gli 8 e i 12 anni, al punto che le foto individuate sono passate dalle 819.576 del 2020 alle 2.935.952 del 2021.

Si evidenzia inoltre come l’utilizzo continuativo e sistematico dei videogiochi durante il tempo libero, registrato soprattutto nella fascia oraria serale quale alternativa alle attività relazionali del contesto familiare, tende a favorire l’isolamento e la chiusura nei confronti delle figure parentali e, nello stesso tempo, genera nei giovani utenti uno stato di dipendenza che si manifesta in crisi di rabbia e di pianto, attivate semplicemente dall’incapacità di raggiungere l’obiettivo ludico prefissato.

La cooperazione, come del resto la collaborazione dei partecipanti, tipiche in molti giochi online, non sono scevre da rischi e da imprevisti. Il gruppo di partecipanti al gioco può essere infatti variegato per sesso ed età. In merito a quest’ultimo punto il Report sottolinea come la coesistenza nel gruppo dei partecipanti sia di minori sia di adulti esponga i bambini e gli adolescenti all’adescamento in rete. Non è raro, infatti, che l’adescatore richieda al minore un contatto telefonico con l’intento di spostare la comunicazione dalla chat del videogioco a una chat privata e creare di conseguenza una relazione affettiva con lo stesso.

“I bambini e gli adolescenti spesso giocano in ambienti domestici comuni – salotto e/o cucina – muniti di cuffie per ascoltare le conversazioni, ambienti occupati contemporaneamente dai genitori, ignari che dietro la funzione del gioco potrebbero nascondersi potenziali rischi per il figlio.”

Ed è questo il punto: la solitudine. Il pedofilo si serve proprio della solitudine presente nella vita del bambino e dell’adolescente per colmarla, per divenire amico, per diventare una figura di riferimento, per farlo cadere in una trappola emotiva… Il bambino, solo se spinto dalla speranza di essere compreso e aiutato, riuscirà a raccontare e a ritornare libero.

“I nostri figli vivono nel loro ambiente virtuale che costruiscono e cambiano quotidianamente; fanno amicizie, creano la loro identità digitale giorno dopo giorno e costruiscono la loro reputazione online riempiendo le bacheche dei loro social preferiti (il loro mondo, appunto).
Concediamo poco tempo ai nostri figli e di bassa qualità. Noi adulti, che dovremmo essere un modello da seguire, purtroppo siamo sempre più impegnati nel costruire relazioni sul nostro social invece di concedere del tempo ai nostri figli. Come genitori e adulti siamo dei falliti; abbiamo dimenticato il nostro ruolo, l’importanza di essere autorevoli, il fatto che i nostri figli hanno bisogno di noi e di sentirsi anche dire dei no ogni tanto. Dobbiamo essere più presenti, offrendo loro più tempo di qualità, pronti ad ascoltare e lenti a rispondere.
Sono loro stessi a chiederlo! I nostri figli hanno bisogno di essere ascoltati, e non lo sono. Questo spiega il perché, per qualunque domanda o dubbio, si rivolgono a Google, visto che le risposte non arrivano da noi adulti…
E’ sempre più urgente imparare le regole fondamentali per utilizzare internet e trasmetterle ai propri figli. Questo non significa imporre delle regole ma condividerle. E’ fondamentale iniziare quando i figli sono ancora piccoli e in collaborazione con la scuola, con la quale dovremmo condividere un programma di educazione civica digitale basato sul comportamento ‘non ostile’, sull’uso delle parole gentili e sulla consapevolezza che ciò che si scrive può avere conseguenze sugli altri.”(3)

 


(1) https://www.associazionemeter.org/index.php/informati/report-annuali/cat_view/2-report-annuali/45-comunicati-stampa-e-report-2021
(2) https://www.ezioaceti.it/tag/genitori-umani
(3) Tonino Cantelmi, Abbiamo bisogno di genitori autorevoli, http://www.toninocantelmi.it/index.php/rassegna-stampa/abbiamo-bisogno-di-genitori-autorevoli

 

 

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