Protocollo per l’avvio in sicurezza dell’anno scolastico: alcune osservazioni di Articolo 26

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Dopo un’attenta lettura del nuovo Protocollo per l’avvio in sicurezza dell’anno scolastico sintetizziamo in alcuni punti le nostre osservazioni auspicando che il Governo e il Ministero possano ascoltare la voce delle famiglie:

1) In generale, i genitori chiedono un doveroso e reale coinvolgimento per affrontare la sfida dell’avvio del nuovo anno scolastico. Il lockdown ha reso palese l’apporto decisivo e indispensabile delle famiglie nel continuare ad assicurare, spesso da sole, la cura e l’istruzione ai figli. Tale apporto non può essere trascurato ora, nel delicato momento della ripartenza scolastica. Le conseguenze gravissime di un mancato dialogo ricadrebbero infatti sulle nuove generazioni, che hanno già pagato gli effetti della crisi per troppi mesi.

2) Il protocollo, nel merito e nel metodo, sembra non considerare la scuola come organismo complesso che necessita del coinvolgimento di tutti gli attori: i genitori, le loro associazioni, gli organi collegiali non risultano coinvolti nelle scelte degli istituti scolastici. Dalla lettura del documento infatti emerge come tutte le azioni dovranno essere definite dai dirigenti con il coinvolgimento esclusivo dei sindacati. Eppure gran parte delle decisioni ricadranno sulle famiglie, tenute ad attenersi a precisi adempimenti senza alcuna condivisione e collaborazione nell’applicazione degli stessi.

3) Il testo prevede la redazione di un nuovo Patto di Corresponsabilità Educativa Scuola-Famiglia che consideri l’emergenza attuale. Proponiamo che si confermi il modello di PEC già definito due anni fa dal Ministero in collaborazione con le associazioni dei genitori.

4) Alla responsabilità delle famiglie, tenute alla misurazione della temperatura dei minori, deve corrispondere un’eguale responsabilità degli istituti: garantiscano la sicurezza sanitaria attraverso controlli appositi all’accesso come avviene in tutti gli uffici pubblici e privati con appositi termoscanner.

5) La scelta sull’utilizzo della didattica a distanza non sia effettuata a discrezione dei soli Dirigenti Scolastici, né posta come unica alternativa alla didattica in presenza. Siano coinvolti i genitori che siedono nei Consigli di Istituto e che, come previsto per legge, devono approvare tutte le scelte organizzative della scuola nonché le modifiche del Piano Triennale dell’Offerta Formativa. Auspichiamo che tutte le opzioni organizzative siano valutate tenendo conto delle specificità dei singoli istituti e considerando l’opportunità di usufruire in modo coordinato dell’istruzione parentale o dell’istruzione domiciliare, in modo da mantenere rapporti continuativi tra scuola e famiglie nel rispetto delle loro scelte e del diritto all’Istruzione di tutti gli alunni.

6) Per quanto riguarda l’intervento degli psicologi a scuola il protocollo richiama opportunamente “l’alleanza con la famiglia”, determinante in tutte le scelte relative alla salute e al benessere dei figli, compresi a maggior ragione gli interventi dei diversi specialisti.

7) In caso di rilevazione di casi sospetti di Covid il protocollo afferma che “si dovrà provvedere al ritorno quanto prima possibile al proprio domicilio”. Chiediamo che sia introdotta l’esplicita previsione affinché i genitori siano tempestivamente informati e che si tenga conto, con la massima flessibilità, delle differenti situazioni di lavoro e di domicilio delle famiglie. Alla scuola spetta infatti di garantire la sicurezza sanitaria e la responsabilità in vigilando, ponendo in essere ogni intervento urgente e necessario per la salute degli allievi.

8) Purtroppo ancora si rimanda, a fine agosto, la decisione in merito all’utilizzo delle mascherine e, soprattutto, mancano spazi per 400.000 alunni. Se sommiamo a questi ritardi l’incertezza relativa a trasporti e orari di ingresso, come genitori non possiamo essere tranquilli stante il timore di veder ricadere ancora sulle nostre spalle, e su quelle dei nostri figli, il peso enorme di una eventuale ulteriore chiusura della scuola.

9) Da più parti, al fine di favorire il distanziamento, si chiede la disponibilità di aule alle scuole paritarie, finalmente considerate come parte effettiva del sistema nazionale integrato di istruzione e formazione. Chiediamo che le spese aggiuntive per la sanificazione e la sistemazione degli ambienti non abbiano a ricadere sulle famiglie, ma che siano sostenute dagli istituti statali che usufruiranno degli ambienti stessi.

Come associazione chiediamo inoltre che, cogliendo l’occasione dei patti di comunità tra scuole statali e paritarie, si cominci come a Milano così in Italia tutta, ad offrire la possibilità per le famiglie escluse dalle scuole statali di poter beneficiare della detrazione integrale delle rette e di tutte le forme ordinarie e straordinarie di partecipazione relative alla frequenza delle scuole paritarie di cui condividono il progetto, in attesa dell’introduzione del costo standard. È tempo che sia riconosciuta e garantita la libertà di scelta educativa dei genitori, eliminando l’onere delle rette che costituiscono un’inaccettabile discriminazione per tutti, ma soprattutto per le famiglie più povere, impedite nell’esercizio di uno dei diritti inviolabili più importanti, che è anche un dovere: l’istruzione e l’educazione dei propri figli.

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