MOZIONE DI MAGGIORANZA SU RIAPERTURA SCUOLA. ARTICOLO 26: GIÀ TARDI MA SUBITO INTERVENTI STRUTTURALI E MIRATI PER ALUNNI E FAMIGLIE IN MAGGIORE DIFFICOLTÀ.

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Siamo preoccupati per la situazione della scuola italiana: alla fine del secondo anno dall’inizio della pandemia non si intravedono ancora interventi strutturali per riportare in presenza tutti gli alunni, soprattutto quelli di medie inferiori e superiori, sempre più danneggiati dal deficit di apprendimento e socialità. É infatti emerso il forte danno culturale e psicologico su allievi e famiglie derivante dalle chiusure prolungate delle scuole, molto più consistenti che in altri Paesi europei, a causa di soluzioni organizzative limitate e condizionate più da interessi politici e corporativi che dalle conseguenze su minori e famiglie.

Il Parlamento sembra essersi fatto carico della grave situazione socioeducativa, approvando nei giorni scorsi una mozione che impegna il governo ad adottare tutte le azioni per garantire la scuola in presenza, il recupero dei gap formativi e ad investire su termoscanner, sistemi di ventilazione e trasporti. La mozione parla anche di tamponi: per evitare contrapposizioni tra genitori, proponiamo che siano forniti gratuitamente, ma solo alle famiglie che li scelgono volontariamente, come accade ad esempio in Gran Bretagna.

In diverse città molti genitori sono scesi in piazza per chiedere scuole aperte; molti altri hanno manifestato di voler continuare con la Didattica Integrata a casa, per fragilità di salute o per inadeguate garanzie sanitarie adottate in molti Istituti. La nostra proposta è che in questo scenario venga estesa la possibilità di far scegliere ai genitori se mandare figli a scuola, integrando in parte Didattica in Presenza a quella Integrata a Distanza, come già disposto per le superiori o, in alcune Regioni, per tutti i gradi di scuola. In tal modo si limiterebbe l’impatto nelle aule e sui mezzi di trasporto, e si riconoscerebbe ai genitori il primario diritto di scelta educativa: una scuola effettivamente autonoma capace di ricercare soluzioni condivise con le famiglie e più rispondenti alle esigenze di minori e adulti, fuori dalle secche di una contrapposizione sterile tra diritto all’istruzione e diritto alla salute.

Solo con una piena autonomia degli Istituti, aperti alla scelta delle famiglie e impegnati a costruire i Patti Educativi di Comunità con tutti i soggetti formativi del territorio, senza più rigide disposizioni centralistiche, le scuole potranno restare sempre aperte ed assolvere al loro compito di presidio del diritto all’istruzione e contro quella povertà educativa, spesso richiamata dal Ministro Bianchi, che ora colpisce soprattutto gli alunni disabili e quelli più fragili e svantaggiati.

Roma 15/04/2021

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