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A giudicare dalle statistiche disponibili a livello di comunità scientifica internazionale, i dati sulle dipendenze parlano chiaro: un fenomeno che disgrega la società e depaupera la possibilità dei giovani di impostare un futuro che sorrida loro, come risulta chiaro dall’estratto di questo contributo dello psicologo Claudio Risè, che ha fatto pubblicazioni in merito già da diversi anni.
Nonostante questo, l’impressione è che queste risultanze vengano scientemente sottovalutate o riposte sotto il tappeto, per non voler guardare e non dover intervenire. Articolo 26 al contrario propone una linea di intervento che faccia luce sul fenomeno delle dipendenze, parlando in maniera trasparente ai giovani e agli studenti, in maniera tale che essi siano nelle condizioni di poter giudicare e decidere in maniera responsabile in funzione di quanto reputano sia meglio per la loro vita

Se è vero che i costumi variano, che la cultura si modifica, che la società cambia (in che direzione?) è anche vero che ci sono ruoli che non sono intercambiabili e ne è la riprova da un lato l’esperienza degli psicoterapeuti (proponiamo qui sotto un estratto da un contributo di Claudio Risè sul tema) e dall’altro lato lo sguardo di tutti noi, che ci troviamo ad osservare come i giovani, quando si ritrovano privati, ad esempio, del punto di riferimento costituito dalla figura paterna, spesso risultano essere meno stabili o se non altro più disorientati.

In questo articolo che riportiamo da la Verità, Claudio Risè affronta il tema dell’aggressività che esplode sempre più spesso, deflagrante dalle prime pagine dei giornali, specie nel mondo dei ragazzi. L’articolo può risultare graffiante e per certi versi contro-corrente e solo in apparenza provocatorio.Ma ne reputiamo utile la lettura anche per questo motivo, poiché offre la possibilità di affrontare il fenomeno da nuovi interessantissimi punti di vista, suffragati dalla vastissima esperienza clinica del noto psicoterapeuta

Uno dei termini più in voga oggi è “decostruire”: la mannaia della decostruzione viene fatta cadere su molti concetti portanti della nostra civiltà e sembra essere stata individuata come la soluzione privilegiata per affrontare sfide importanti come la violenza nei confronti delle donne.
Decostruire gli stereotipi, in particolare, talvolta appare l’unica via, anche nella scuola, per affrontare problematiche così sfidanti: sembra esserci una fiducia cieca in un metodo che, all’atto pratico, non è affatto chiaro che risultati porti, se non quello di demolire alle fondamenta anche gli archetipi, cioè quei principi che l’uomo ha ricevuto come “modelli eterni e trascendenti”, stando a quanto afferma lo psicoterapeuta Claudio Risè in questo interessante articolo di cui consigliamo la lettura.