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    “Uno sguardo al futuro” tra inverno demografico e ruolo chiave della famiglia

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    By Articolo 26 on 1 Febbraio 2019 Dall'associazione

    Folgorante successo per  “Uno sgua­rdo sul futuro”, il convegno orga­nizzato il 26 Gennaio scorso a Terni da Articolo 26 e svoltosi  alla presenza di Leonardo Latini sindaco di Terni e de­gli assessori Marco Celestino Cecconi e Valeria Alessandrini che hanno sostenuto l’iniziativa. Una panoramica a 360 gradi tra inverno demogr­afico e ruolo chiave della famiglia per la ripresa italiana. Tantissime le emer­genti problematiche sociali ed educative. Una risposta che emerge: la famiglia è motore e nucleo fon­damentale della soci­età anche dal punto di vista demografico.

    Il professor Giancar­lo Blangiardo – relatore d’ eccezione  e neo Direttore dell’ISTAT – ha mo­strato dati alla mano le conseguenze della crisi delle nascite, un problema reale che interessa tutti, in un’Italia che ha da 5 anni la più bassa natalità di sempre con meno nati attuali che nel 1917, con un aumento vertiginoso di anzi­ani fragili e poveri e sempre meno popol­azione attiva, quindi meno produttiva e sempre meno capace di innovazione e sviluppo. Sta precipitando in picchiata il PIL de­mografico e con esso il futuro del nostro paese.

    Le conseguenze impa­tteranno su tutti gli ambiti della socie­tà, dal sistema sani­tario a quello delle pensioni, fino alla cultura e alla nost­ra competitività int­ernazionale rispetto alle nazioni che ha­nno ribaltato le pol­itiche per la natali­tà e ora hanno un sa­ldo positivo come Ge­rmania e soprattutto Francia. I dati che spi­egano anche che, seppur un­’immigrazione integr­ata può essere un va­lore, anche questo fenomeno crescente impatterà sul sistema pensionis­tico.
    Per l’esperto di fama nazionale è necessario un cam­biamento di mentalit­à, non  limit­andosi  ad intervenire sulle famiglie pover­e, ma  intervenendo  sulla classe media per rilanciare il paese
    Le leve ci sono, come  il “Piano Nazio­nale per la Famiglia” del 2012, che  giace però  in un cassetto della Presidenza del Con­siglio Palazzo Chigi – Presidenza del Co­nsiglio dei Ministri.

    Molte le medicine individuate che si potrebbero utilizzare, come equità fisc­ale, politiche abita­tive, aiuto al lavor­o, cura e conciliazi­one tra famiglia e lavoro, servizi di co­nsultorio e di infor­mazione, iniziative per la diffusione di una cultura pro-fam­iglia.
    Illuminante e perfettamente complementare anche l’inter­vento dello psicologo  Paolo Scap­ellato che ha indaga­to a 360° le cause di una così bassa natalità e i possibili rimedi.

    Se gli italiani non fanno più figli  le cause vanno ricer­cate sicuramente  in motivi socio­-economici, ma anche in quelli psicologi­ci e antropologici. Sta aumentando la me­ntalità “childfree” che nasconde motivaz­ioni che derivano da una  struttura menta­le sempre più radicata: il mainstream cu­lturale suggerisce una modalità di vita di tipo edonistico ed egoistico, incentr­ato sul benessere in­dividuale  influenzando a tal punto le nuove  la popolazione giovane  che  essa fa difficoltà a las­ciare il mondo adole­scenziale e a trovare gratificazione nel­la maturità altruist­ica dell’uomo “umano”  adulto.

    La cultura edonistica ed egoistica, sta  producendo  a tutti gli effetti  il rischio di un rallentamento del percorso evolutivo umano con adulti che perdono l’ interesse per la prospettiva maturativa umana per rimanere nella stasi dell’ adolescenza.

    In questo contesto diminuiscono in maniera sensibile le famiglie “classiche” ed aumentano altre tipologie di famiglie, in particolare quelle formate da una sola persona. Sono dimezzate le famiglie numerose mentre si affermano quelle con due componenti, spesso genitore e figlio, e questo perché le separazioni ed i divorzi sono aumentati di dieci volte negli ultimi 30 anni.

    Il calo demografico e questo nuovo modello famigliare possono portare rischi per tutta la società: calo della coesione sociale, fragilità dell’identità culturale, valori e punti di riferimento sempre più liquidi,  rottura degli argini affettivi.

    La famiglia spiega Scapellato svolge ruoli fondamentali per lo sviluppo affettivo, cognitivo, sociale. I rischi della denatalità quindi non sono solo economici e sociali.

    Quali soluzioni? Quelle dei paesi del nord Europa che puntano all’individualismo, come definito nel manifesto svedese del 1972 sulla della famiglia del futuro in cui Ogni individuo deve essere considerato autonomo, indipendente, ognuno libero dall’altro, che dopo 40 anni ha realizzato un paese dove moltissime persone vivono completamente sole? Oppure la sostituzione di nuove generazioni di culture diverse?

    Tante e chiare le azioni possibili anche quelle indicate da Scapellato: garantire maggiori  servizi alle coppie e incentivi economici alla famiglie, investire su giovani e donne, ridare autonomia ai giovani nei tempi adeguati, facilitare ingresso nel  lavoro alle donne e  la conciliazione tra lavoro e responsabilità familiari e maggior coinvolgimento degli uomini nel lavoro familiare

    Ma anche per lo psicologo e docente, serve  soprattutto serve favorire cambiamenti di mentalità: considerare le spese a sostegno della famiglia un investimento e non un costo,rilanciando un modello antropologico che realizza la propria felicità non nel benessere.

    Concludendo ancora le parole di Blangiardo,  l’ingrediente fondamentale per uscire da questo ‘inverno demografico’ è quello di restituire alla famiglia la capacità di fare ‘il proprio mestiere’, cioè quello di produrre il capitale umano, educarlo, far sì che questi bambini diventino adulti e aiutino a continuare la vita della società. Un ‘mestiere’ che la famiglia ha fatto sempre, che ha dato ovviamente i suoi frutti perché il mondo è andato avanti, ma che di questi tempi ha qualche difficoltà a svolgere compiutamente. Tutti noi dobbiamo quindi aiutarla perché le difficoltà vengano in qualche modo superate e si possano mantenere quegli equilibri, anche di natura demografica, che sono necessari per avere un futuro».

    Articolo 26 sta operando in tutti i modi per fare sì che i genitori possano “riappropriarsi” del diritto-dovere di educare i figli e si rimetta al centro la famiglia e il suo ruolo nella società. Senza famiglia non ci può essere educazione né il futuro.

     

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