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Al meeting19 di Rimini la seconda carica dello Stato Elisabetta Casellati ha rimesso al centro delle sfide per il paese la necessità di una riforma nel sistema scolastico pubblico che non può più essere a monopolio di Stato se vogliamo uscire dalla crisi socio-economica ed educativa attuale con una scuola di qualità al passo coi tempi, e superare la gravissima discriminazione di cui sono vittime da decenni le famiglie e i giovani italiani.

Il sole 24 ore, con un interessante articolo che riprendiamo (link), accende i riflettori sul tema della “disintermediazione della conoscenza”. E’ sotto gli occhi di tutti, ma forse dobbiamo realizzarlo e mettere a fuoco meglio, che l’accesso tramite dispositivo mobile personale al mondo di internet dall’età di 11 anni (questo recitano le statistiche sul momento in cui noi genitori regaliamo lo smartphone ai nostri figli) rischia di tagliare fuori noi stessi genitori – e gli educatori che incarichiamo per nostro conto della formazione dei ragazzi – dai processi classici dell’educazione: va detto che, a partire dall’età dell’adolescenza non ci risulta che i genitori siano mai stati in tempi recenti i primi “influencer” dei figli, ma l’impressione è che la virtualizzazione delle relazioni rischi oggi di farci sfuggire ancor di più tutto di mano.

Anche quest’anno a Todi il 7 e 8 settembre EDUCARE PER IL DOMANI: l’appuntamento nazionale pensato da Articolo 26 per rimettere al centro del paese la questione educativa.
Due giorni di proposte e confronto tra specialisti, genitori, insegnanti, associazioni e istituzioni. Per dare strumenti reali e nuova consapevolezza ai genitori e agli educatori come siamo tutti noi.
Un appuntamento giovane ma sempre più importante, con i maggiori esperti italiani di educazione e scuola, psicologi, sociologi, rappresentanti delle istituzioni e tantissime famiglie da tutta Italia.
All’interno il programma e tutte le info

Ora a riflettori spenti è possibile proporre una riflessione più pacata a partire dalla vicenda della professoressa di Palermo.
Vogliamo (ri)lanciare nel dibattito due questioni:
1. Qual è il giusto rapporto fra gli articoli della Costituzione 30 “E` dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli”, e articolo 33 “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”?
2. E più radicalmente: qual è il giusto rapporto fra la Repubblica, altra cosa rispetto alla Stato, e la Scuola?

Compri un libro (di una casa editrice che preferiamo non citare per non fare pubblicità) e ricevi in omaggio un grammo di cannabis: sono queste le nuove frontiere della “divulgazione”? Il tentativo di “normalizzazione” del fenomeno cannabis è di fronte agli occhi di tutti, mentre sono molto meno visibili i dati relativi alle controindicazioni che derivano da un suo utilizzo: sono evidenze che emergono da studi consolidati da parecchi anni e che trovano riscontro anche nei recenti andamenti statistici collegati alla liberalizzazione della cannabis, come si evince da questo contributo dello psicologo Claudio Risè

Domenica 26 maggio in Italia si vota per eleggere i rappresentanti dei cittadini nel Parlamento Europeo. Articolo 26, associazione di genitori che lavora per la libertà educativa, invita quindi di adempiere al proprio diritto di esercizio del voto, dando la preferenza ai candidati e ai partiti che si impegnano a favorire: libertà di educazione e di scelta scolastica, nell’ottica di un maggiore pluralismo educativo, il riconoscimento del ruolo centrale della famiglia con la concreta promozione del ruolo primario della paternità e della maternità nell’educazione dei figli, il sostegno a partire dalla famiglia e dalla scuola dei più deboli e bisognosi con valide politiche di integrazione