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    Decreto Inclusione: nuovo affondo ai diritti educativi delle famiglie

    0
    By Articolo 26 on 20 Aprile 2017 Scuola

    Tornati a scuola dopo le vacanze di Pasqua, molti genitori hanno trovato nuovi problemi da affrontare.

    Riportiamo un articolo di TUTTOSCUOLA che spiega con chiarezza che pur in presenza di una legge in favore degli alunni disabili, si ricomincerà anche per il futuro con i “caroselli dei docenti di sostegno” annuali, a danno dei ragazzi e delle famiglie, poiché tale legge è stata ignorata dai decreti attuativi della Buona Scuola, recentemente approvati.

    Come associazione di genitori che hanno a cuore l’alleanza educativa tra scuola e famiglia e vogliono riaffermare i  diritti  educativi delle famiglie, siamo  preoccupati  per questa scelta che ripropone anche per i prossimi anni quel turn-over dei docenti che andrà gravemente ad incidere sulla continuità e quindi sulla qualità della didattica;il che per i bambini con disabilità significa una cosa ben più grave: che non verrà rispettato il loro diritto allo studio.

    Le voci delle associazioni delle famiglie, neanche in questo caso sembra siano state ascoltate

    Come genitori ci chiediamo: dove sono ora  i consueti  paladini della legalità e della giustizia verso i più deboli?

    Siamo  vicini alle problematiche dei  docenti svantaggiati dalle difficoltà dei  trasferimenti e alle loro famiglie; ma riteniamo che sia dovere delle Istituzioni trovare delle soluzioni che salvaguardino anzitutto il diritto dei bambini. E’ facile prevedere numerosi ricorsi di genitori al TAR per difendere i diritti dei figli ad un servizio scolastico di qualità, e  che sarà messa a rischio  la fondamentale alleanza tra scuola e famiglia.

    Un altro motivo per tornare a far sentire la nostra voce nella scuola, a difesa dei diritti dei bambini e dei genitori. Per il bene della scuola. Per il bene di tutti.

    DA TUTTOSCUOLA

    Decreto inclusione

    La delega era chiara anche se osava invertire il tradizionale ordine dei soggetti: prima di dare risposta alla richiesta dei docenti per ottenere una sede di servizio migliore occorreva assicurare la continuità di sostegno all’alunno disabile.

    È sempre avvenuto il contrario.

    La delega prevista dalla legge 107/15 aveva invece previsto espressamente: “garantire la continuità del diritto allo studio degli alunni con disabilità, in modo da rendere possibile allo studente di fruire dello stesso insegnante di sostegno per l’intero ordine o grado di istruzione”.

    Si tratta(va) di una disposizione coraggiosa, che non metteva in discussione il diritto al posto di lavoro dei docenti di sostegno, ma soltanto il loro interesse ad avere una sede migliore (diritto e interesse, come si sa, non sono sinonimi).

    Interesse più che legittimo, fino a quando è compatibile con il buon servizio reso agli studenti con disabilità e alle loro famiglie.

    Per gli alunni la continuità didattica è invece diritto allo studio.

    Lo schema di decreto predisposto dal Miur ha ignorato del tutto la delega su questo punto, forse per non guastare le relazioni sindacali normalizzate per merito della Fedeli.

    C’era tuttavia la tenue speranza che il Parlamento rimettesse lo schema in linea con la delega, ma le proposte, anche da parte delle associazioni, non si può dire che siano state determinate. E tanto meno alla fine sono risultate determinanti.

    Travisando il senso della continuità di servizio comecontinuità didattica, molti hanno concentrato l’attenzione e le controproposte sulla previsione contenuta nello schema iniziale che prevedeva una illogica permanenza decennale nel ruolo di sostegno prima di transitare nei ruoli comuni.

    Quella previsione è stata opportunamente cancellata nel decreto definitivo.

    Quale il risultato finale?

    Resta la vecchia disposizione dell’obbligo del docente di permanenza quinquennale nel ruolo di sostegno, con diritto a muoversi nell’ambito del sostegno da una scuola all’altra, da un alunno disabile ad un altro:

    prima l’interesse del docente ad una sede migliore,

    poi il diritto alla continuità didattica dell’alunno disabile.

    Noi di Tuttoscuola, nel nostro piccolo e per quanto ci compete, ce l’abbiamo messa tutta per far cambiare le cose, a partire dalla denuncia con una documentata inchiesta giornalistica del caos delle cattedre che ha investito nell’anno in corso gli alunni, in particolare quelli con disabilità, e con numerosi altri servizi e analisi.

    Peccato aver perso questa occasione

     

     

     

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