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    Il Ministro e le associazioni LGBT

    0
    By Articolo 26 on 4 Settembre 2014 Scuola

    Occorre monitorare come la “Strategia Nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni” viene implementata  ora che è il ministro Giannini a doversi far carico del dialogo con le associazioni LGBT.

    Per approfondire: riportiamo da Notizie Pro Vita

     

    Il Ministro Giannini verso un accordo con le Associazioni LGBT

    Continua il faccia a faccia sui temi dell’educazione tra il Ministro Giannini, le associazioni LGBT e le Famiglie.

    Politica.

    La prima definizione di “politica” risale ad Aristotele ed è legata al termine “polis”, che in greco significa città, la comunità dei cittadini; secondo il filosofo, “politica” significava l’amministrazione della “polis” per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano.

    Il termine però sembra non essere più riferito al bene comune ma all’ascolto e all’attuazione di richieste particolari.

    Secondo questo comunicato venerdì scorso, Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, ha incontrato un gruppo di Associazioni LGBT per parlare di contrasto alle discriminazioni con particolare riguardo al tema dell’omofobia. Ovvero come dare seguito alla Strategia Nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni.

    Dichiarazione Dei Diritti Del Fanciullo.

    La Dichiarazione di Ginevra dei diritti del fanciullo è un documento redatto nel 1924 e dichiara al Punto Sesto che: ”Egli [il fanciullo]deve, per quanto è possibile, crescere sotto le cure e la responsabilità dei genitori e, in ogni caso, in atmosfera d’affetto e di sicurezza materiale e morale.” mentre al successivo punto Settimo si legge: ”Il superiore interesse del fanciullo deve essere la guida di coloro che hanno la responsabilità della sua educazione e del suo orientamento; tale responsabilità incombe in primo luogo sui propri genitori”.

    Sorge il dubbio se le Associazioni LGBT siano rappresentanti delle famiglie e dei genitori.

    Le associazioni delle Famiglie e dei Genitori, non hanno partecipato (per la verità non sembra siano state neanche invitate) al tavolo in cui si discuteva di Strategie riguardanti l’educazione dei figli.

    Ma non ci si è limitati a questo.

    Secondo questo articolo del Corriere Della Sera il risultato dell’incontro è già stato reso pubblico tanto da affermare che saranno previste linee guida a livello nazionale, la formazione di dirigenti-tutor e una settimana intera- quella contro la violenza e la discriminazione- dedicata esplicitamente ai temi.

    Chi sono queste associazioni?

    Agedo, Arcigay, ArciLesbica, Associazione Radicale Certi Diritti, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno, Gay Center, MIT.

    Una intera settimana dove verranno invitati nelle scuole ‘esperti‘ per parlare di omofobia ma soprattuto di omosessualità, transessualità, e, come già successo l’anno scorso a Reggio Emilia, anche di “sesso anale”?

    Più in profondità – Strategia Nazionale

    Su questo punto leggiamo cosa ne pensa un noto avvocato che da tempo si batte su questo fronte.

    L’avvocato Gianfranco Amato nel suo ultimo articolo riferisce chiaramente quali siano gli intenti di questa Strategia:

    “Si tratta, tanto per intenderci, di quel documento che prevede specifici programmi scolastici, corsi di formazione, materiale didattico, con lo scopo di «ampliare le conoscenze e le competenze di tutti gli attori della comunità scolastica sulle tematiche LGBT»” e inoltre “di «predisporre una modulistica scolastica amministrativa e didattica» (genitore 1 e genitore 2).

    L’avvocato Amato continua: “di «accreditare le associazioni LGBT, presso il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, in qualità di enti di formazione»;

    di «arricchire le offerte di formazione con la predisposizione di bibliografie sulle tematiche LGBT …, di laboratori di lettura e di un glossario dei termini LGBT che consenta un uso appropriato del linguaggio»;

    di «realizzare percorsi innovativi di formazione e di aggiornamento … con un particolare focus sul tema LGBT sullo sviluppo dell’identità sessuale nell’adolescente, sull’educazione affettivo-sessuale, sulla conoscenza delle nuove realtà familiari»;

    di organizzare corsi di formazione che «dovrà essere rivolta non solo al corpo docente e agli studenti (con riconoscimento per entrambi di crediti formativi) ma anche a tutto il personale non docente della scuola (personale amministrativo, bidelli, etc.)»”

    Insomma, unendo la Strategia Nazionale e quanto rivelato nell’articolo del Corriere della Sera,  probabilmente i TUTOR degli insegnanti saranno appartenenti alle Associazioni LGBT che ‘spingono‘ per essere accreditati a livello centrale quali ‘formatori‘.

    In questa confusione il termine POLITICA viene meno; l’amministratore pubblico sembra ‘piegato‘ al volere di un ristretto numero di persone che si ergono a sommi esperti della materia fino a spingersi a figure totalitarie di indottrinamento.

    Va ricordato che questo inverno, a Reggio Emilia, proprio in base al desiderio di applicare queste ‘linee guida’, ci si è superati tanto che lo stesso articolo di Libero non ha ritenuto opportuno citare testualmente il documento.

    Torna alla mente il triste episodio al limite della fantascienza in cui questa primavera al Liceo Classico “Giulio Cesare” di Roma è stato fatto leggere un testo con “brani crudemente e volgarmente pornografici del romanzo”, di Melania Mazzucco “Sei come sei”, tanto spinti da non poter essere letti pubblicamente nell’aula di Palazzo Madama.

    Ragazzi quindicenni si, Senatori della Repubblica ultra quarantenni no! Sconveniente dicono.

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